Mamma Demmechesc

(3 recensioni dei clienti)

16,00

Autobiografia di una famiglia italo-eritrea
Cura e postfazione di Angelica Alemanno

prima edizione novembre 2021
pagine 224
illustrazioni 50
formato brossura – 14 x 21 – bandelle
ISBN 9791280551047

Disponibile

Descrizione

DEMMECHESH è il nome di una piccola donna eritrea che negli anni trenta del secolo scorso da un remoto borgo giunge ad Asmara a piedi. Una scintillante città in pieno sviluppo, ricca di merci, sogni, progetti per l’Impero coloniale del Duce.
Incontrerà un uomo italiano che cambierà per sempre la sua vita: Salvatore Mazzola, eclettico e creativo professionista, di quell’avventura africana incarnerà ogni contraddizione. Dopo sette figli e traslochi rocamboleschi da una parte all’altra della città, nel 1949 Demmechesc viene abbandonata a sé stessa: Salvatore Mazzola rimpatrierà in Italia con moltissimi altri, lasciando in Africa la sua famiglia, tra il boom economico e la guerra civile. Enzo in quel momento ha dieci anni. Questo libro ripercorre la sua infanzia, dalle avventure spensierate all’abbandono, dall’incontro con Adriana all’approdo a Roma.

Vita quotidiana in una famiglia, mista irregolare, in Mamma Demmechesc troviamo le vicende di razzismo, di segregazione e le grandi incertezze che hanno segnato l’infanzia dell’autore nella colonia italiana in Eritrea.
Con dolcezza, e con occhi di bambino, Enzo, il vivace ottuagenario autore di questa autobiografia ci narra la propria vita e la storia di sua madre convivente per ben dieci anni di un colono italiano.
Il valore di questa testimonianza risiede nella possibilità di fare un viaggio storico nel tempo delle colonie italiane e del fascismo come in un film riviviamo quell’epoca dall’interno di una famiglia particolare, tentiamo di capire le ragioni che
muovono l’uomo, l’ingegnere Salvatore, il creativo, il padre di famiglia, il fascista che, nonostante tutto, ha un debole per la giovane Demmechesc.
Nella narrazione si ritrovano tutti gli aspetti dello sfruttamento coloniale, il ghetto meticcio di Asmara, il lavoro nero, anche minorile, visti dal protagonista che racconta con quel principio di realtà che ha imparato fin da bambino.
La crisi dimenticata, il dramma, la violenza, la crudeltà dell’epoca sono stemperati dall’ottimismo del bambino, poi ragazzo, poi uomo, protagonista di quel riscatto sociale che riuscirà a raggiungere assieme alla madre e a tutti e sette i fratelli.

Nella postfazione la curatrice ripercorre i contorni storici della vicenda coloniale, indaga il contesto delle leggi razziali, delle violenze sulle donne, delle pratiche schiaviste, fino a toccare la rimozione del fenomeno e l’impunità che allora ebbero i protagonisti.
Questo libro fa comprendere i valori umani, i valori delle comunità, ci ricorda quanto dietro la narrazione di ogni guerra, persecuzione, colonizzazione, ci sia la storia vera di bambini, donne e uomini.

Oggi le mamme Demmechesc sono in Afghanistan, in Siria e in tutti i luoghi dell’Africa dove c’è ancora una guerra.

 

Informazioni aggiuntive

Autore

Enzo Mazzola

Curatore

Angelica Alemanno

3 recensioni per Mamma Demmechesc

  1. Gyneth Sick

    la storia è emozionante. un uomo forte e intelligente ricorda sua madre con affetto e ammirazione. racconta un pezzo di storia che manca a tanti … vale assolutamente la pena leggere questo breve libro.

  2. Giovanna Massini

    Un libro necessario sulle conseguenze del colonialismo italiano. Il racconto di una vita che prova a coprire un colpevole vuoto della nostra memoria. Molto interessante

  3. Marco Stancati

    MAMMA DEMMECHESC (e i suoi magnifici otto)
    Un diario, una testimonianza, un’autobiografia familiare di Enzo Mazzola.

    👩 Mi sono imbattuto in questo libro, pubblicato un anno fa da un editore indipendente (#Poets&Saylors), per caso; o meglio, per caso mi sono imbattuto nella sua curatrice Angelica Alemanno che “attraverso costruttivi passaggi e accese discussioni e [perfino] … scontri diretti” (parole dell’autore) ha aiutato l’autore appunto a offrirci una testimonianza palpitante della quotidianità del colonialismo italiano. Fenomeno ignorato dalle generazioni più giovani e, troppo spesso, rimosso da quelle più anziane.

    Chi è #DEMMECHESC? È una giovanissima eritrea, ma già madre di un bambino, che lascia con il figlio il paesello per cercare, nell’Asmara degli anni Trenta del secolo scorso, una sorte migliore. Lì incontra Salvatore Mazzola, accreditato ingegnere palermitano e geniale inventore con il quale farà altri sette figli, in una convivenza confortata sia dall’amore o da qual cosa che gli assomiglia sia dal costante miglioramento della qualità della vita familiare.
    Ma nel 1949 questa bella storia s’interrompe in maniera improvvisa: l’ingegnere, come molti altri italiani, rimpatria. E, come molti altri italiani, non darà più notizie di sé alla sua famiglia eritrea.

    ENZO, che oggi ha più di ottanta anni, all’epoca dell’abbandono ne aveva dieci e amava e ammirava profondamente quel padre capace di entusiasmarlo con le sue invenzioni: per tutta la vita continuerà a chiedersi il perché dell’abbandono. Ma questo non gli impedirà di avere una vita piena e costruttiva; anzi lo solleciterà a un’esistenza densa di affetti, a cominciare dall’amore materno e da quello per la bella Adriana che tracima dalle pagine, densa di traguardi conquistati, densa di risposte responsabili al senso della vita.

    CONSAPEVOLI E VINCENTI
    Perché – sia chiaro- questo libro è una storia di vincenti: mamma Demmechesc e i suoi otto figli, nonostante l’abbandono, il razzismo, l’impunità dei coloni e le contraddizioni del colonialismo italiano tra splendori e aberrazioni, non accetteranno la condizione di vittime e lotteranno costantemente per essere protagonisti. Riuscendoci.

    Anche se loro, come tutti quelli che se lo sono chiesto, non hanno mai trovato una risposta esaustiva alla domanda di fondo: perché la rimozione individuale e collettiva delle responsabilità, anche queste individuali e collettive, del colonialismo?
    Nella prefazione e nella postfazione di Angelica Alemanno, che sono un valore aggiunto del libro, elementi, analisi del contesto, considerazioni e richiami storici: anche a un confronto televisivo del 1969 tra #ElviraBanotti e #IndroMontanelli, che ne uscì malissimo. Confronto dal quale emerge il processo di rimozione di una generazione attraverso la sostituzione dell’etica individuale con un’etica di contesto storico. La trasmissione era “L’ora della Verità” di Gianni Biasich; il video è facilmente recuperabile su Internet.

    👌In definitiva: consiglio la lettura di questo libro? Certo! Ma non aspettatevi la scrittura di un professionista della parola; troverete piuttosto l’autenticità elementare, pulita e vibrante di un uomo che ha una storia vera da raccontare e che, ormai ottantenne, sente l’esigenza impellente di sottrarla all’oblio. In nome e per conto di tutti i figli dell’Africa Orientale italiana e delle madri Demmechesc sparse per il mondo.

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